All’inizio di ogni viaggio, si deve capire da dove si parte e decidere dove si vuole arrivare: questo è vero anche per iniziative volte al miglioramento organizzativo dove raccogliamo dei dati per conoscere la baseline (partenza) e definiamo degli obiettivi SMART (destinazione).
Le metriche dei processi (pensando a BPM o Business Process Management) rispondono alla M (measurable) degli obiettivi. Si comportano come una bussola per capire come stiamo andando, quanto velocemente ed assicurarci di poter identificare le migliori occasioni di miglioramento su cui intervenire.
Sebbene l’introduzione di metriche, per la squadra o per l’intera azienda, possa essere vissuta con un certo disagio, possono avere un impatto positivo su tutti i livelli. Nella nostra esperienza, conta che le metriche non siano consultabili solo dalla leadership: ogni livello deve poter accedere alle metriche che sono significative per imparare ad usarle in diversi contesti. Per esempio?
- Spiegando come l’impegno condiviso ci stia portando verso il raggiungimento degli obiettivi;
- Rendendo visibile come il singolo individuo contribuisca a questo risultato;
- Portando trasparenza operativa circa i picchi di lavoro, quanto tempo richiedono singole attività, dove sono i rallentamenti e dove invece il processo va spedito e senza intoppi.
- Motivando la squadra in un modo che può innestare autonomia, responsabilizzare e dare uno scopo e anche introdurre degli elementi di gamification rispetto ai risultati del periodo (a questo punto, non possiamo non pensare al libro di Daniel Pink “Drive. La sorprendente verità su ciò che ci motiva nel lavoro e nella vita“).
In base alle metriche, possiamo definire gli indicatori di performance (KPIs), che permetto di spostare il focus della squadra nella stessa direzione. Anche qui ci viene in aiuto l’acronimo SMART perché’ per il periodo devono essere Achievable, ovvero raggiungibili. A volte nel tentativo di raggiungere la perfezione, si rischia di sovraccaricare di aspettative la gestione del cambiamento: il successo nel cambiamento, sta anche nell’essere consapevoli che il continuous improvement significa non aver mai finito, ma avere sempre uno spazio di miglioramento in più.
Uno SMART KPI non è il fine ultimo, ma l’obiettivo del periodo, un tassello che permette di avvicinarsi ad un risultato collettivo. Quindi il modo in cui selezioniamo le metriche nel BPM, deve essere adeguato: un KPI che viene controllato solo 1 volta l’anno è adeguato solo ai dati finanziari. I BPM avvantaggiano le organizzazioni promuovendo la responsabilità, chiarendo gli obiettivi e assegnando priorità all’allocazione di risorse preziose.
i nostri consigli per selezionare le metriche
- Scegliere con attenzione poche metriche
- Ogni metrica deve essere accurata ed avere la fiducia dell’organizzazione in termini di come viene raccolta ed elaborata. Se la metrica non ha la fiducia della leadership coinvolta e della squadra che rappresentano, rischia di diventare fonte di distrazione e di dubbio.
- Le metriche devono essere poche. La tentazione di usare diversi indicatori è sempre in aguato – in particolar modo quando un buon software permette di customizzare i report – ma se non si comunica una direzione chiara alla squadra, si rischia di disperdere l’attenzione e di conseguenza il risultato.
- Usare metriche esistenti dove possibile: cambiare la metrica di riferimento in corso, rende difficile fare paragoni rispetto agli anni precedenti ed esistono moltissime metriche già studiate e valutate che potrebbero fare al caso vostro.
- La metrica deve essere raccolta in modo facile ed automatizzato
- Un indicatore di performance che può essere visto solo una volta all’anno, non supporta il business in modo adeguato. Tutti i livelli devono essere in grado di monitorare l’andamento e intervenire quando conta. Il consiglio è di evitare metriche difficili da ottenere, troppo approssimative o instabili.
- Deve essere possibile intervenire sulla metrica
- Se la metrica selezionata è molto lontana dal quotidiano dell’organizzazione, diventa impossibile da influenzare e demotivante. Se le circostanze che influenzano la metrica sono al di fuori del controllo della squadra, non è la metrica giusta.
- Devono essere metriche vive.
- Il numero delle metriche deve cambiare, perché devono essere dati vivi che riflettono un business sano e in movimento.
- Avere le metriche sotto controllo significa avere il business sotto controllo e non rischiare di arrivare impreparati: se si nota qualcosa, significa che il sistema funziona, che è il momento di intervenire e che in generale stiamo facendo il nostro lavoro.
Con questi punti, possiamo trovare le giuste metriche per monitorare I KPIs e vivere le metriche come fonte di sicurezza e motivazione.
Eight Twenty è il partner tecnologico certificato che rende il processo di trasformazione e innovazione delle aziende facile, sicuro e veloce con l’utilizzo di hardware e software proprietari combinati con la forza e la flessibilità del business process management (BPM), del cloud e della tecnologia EDGE.
Il contributo di Eight Twenty permette, grazie alla tecnologia, di stabilizzare e ottimizzare i processi, ottenendo così una serie di attività e automazioni per il miglioramento continuo.
Eight Twenty offre soluzioni già collaudate, che vanno dai dipartimenti acquisti fino a quelli di fatturazione, oppure elabora insieme ai clienti e ai partner una soluzione su misura.